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Pomodori verdi fritti – Fannie Flagg

Buongiorno amici lettori, oggi nuova recensione per voi servita su un bel vassoio. L’associazione cade a pennello, visto che vi parlerò del libro Pomodori verdi fritti, dal cui tutolo già capite che la cucina ha un ruolo importante…

TITOLO: Pomodori verdi fritti al caffè di Whitsle Stop.

AUTORE: Fannie Flagg

GENERE: Narrativa.

EDITORE: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli.

PREZZO: 10.00 euro

TRAMA: “Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop” è un piccolo capolavoro che molti lettori hanno scoperto e amato anche grazie all’omonimo fortunato film dei primi anni Novanta. Coniugando uno humour irresistibile alla rievocazione struggente di un mondo che non c’è più, Fannie Flagg racconta la storia del caffè aperto in un’isolata località dell’Alabama dalla singolare coppia formata da Ruth, dolce e riservata, e Idgie, temeraria e intraprendente. Un locale, il loro, che è punto di incontro per i tipi umani più diversi e improbabili: stravaganti sognatori, poetici banditi, vittime della Grande Depressione. La movimentata vicenda che coinvolge Ruth e Idgie, implicate loro malgrado in un omicidio, e la tenacia che dimostrano nello sconfiggere le avversità, donano a chiunque segua le loro avventure la fiducia e la forza necessarie per affrontare le difficoltà dell’esistenza. 

RECENSIONE:  Questo è uno di quei libri che ti conquista fin dalla copertina: semplice ma al tempo stesso complessa: una tazzina di caffè fumante e un panetto di burro. Questa immagine contiene lo spirito del libro.         Ho acquistato il libro lo scorso aprile, a scatola chiusa, dopo averne sentito parlare a lungo sui social e aver letto numerose recensioni super positive. A Luglio ho deciso che era finalmente giunto il momento di iniziare questa storia che aveva conquistato già tantissimi lettori.

La storia che viene narrata è semplice quanto complessa. La location è una piccola città dell’Alabama, Whistle Stop, dove nel lontano 1929 cominciano le avventure dei protagonisti. A quel tempo mangiare tanto e bene costava davvero poco e tutti si conoscevano nella zona grazie alla pettegola di turno che raccontava tutte le novità alla padrona del negozio di parrucchiera e che lo diceva alla signora che teneva l’ufficio postale. Un clima ideale per socializzare e vivere tantissime avventure.

È buffo come da bambini si pensi che il tempo non passerà mai; poi, dal momento in cui si raggiungono i vent’anni passa svelto come il rapido per Memphis. Io credo che succeda a tutti: la vita ti scivola addosso. Di sicuro è successo a me. 

In questo clima semplice e spensierato Idgie e Ruth aprono il “Caffè di Whistle Stop”, una tavola calda sempre piena di risate e tanta gente cge si racconta le storie di tutti i giorni: storie di pesci giganti le cui foto pesano più di loro, e di moderni Robin Hood che salgono sui treni per rubare qualche scatola di cibo da distribuire ai poveri indigenti neri che non riescono a trovare lavoro a causa della segregazione raziale.

Si sentiva felice come si può essere soltanto quando ci si innamora in tempo d’estate.

La voce narrate principale è quella della Signora Treadgood, un’adorabile vecchia signora che si trova in una casa di riposo. Il suo racconto è diretto alla signora Couch, che va alla stessa casa di riposo ogni fine settimana per andare a trovare sua suocera. I racconti della Signora Treadgood riguardano una bella famiglia che si trova a perdere un figlio a causa di un treno, che vede una figlia innamorarsi di una persona speciale, che scherza e ha ottimi rapporti con le persone di colore che lavorano con loro, e non per loro. Storie, insomma, che non si sentono più oggi e che ci fanno comprendere come nel passato, nonostante gli stenti e le guerre, forse c’era più fratellanza di oggi tra le persone. I racconti della Signora Treadgood si alterano a quelli dei protagonisti della storia: Idge, Ruth, Big George. La storia di Whistle Stop, e in particolare la sua decadenza, dimostrano come non siano le guerre ciò che distrugge le persone, quanto il progresso. Quel progresso negativo che non permette a coloro che non si adeguano di sopravvivere.

Lo stile del romanzo è superbo. Fannie Flagg, con la sua prosa fluida e accattivante, cattura il lettore dalla prima all’ultima pagina portandolo a sorridere, gioire e piangere insieme ai suoi personaggi. Ho apprezzato le tematiche che sono presenti nel libro: dalla segregazione raziale all’odio verso i neri, dall’omosessualità ai maltrattamenti familiari. Non si tratta però solo di tematiche dure perchè questo libro è anche pieno di amore, gioia, amicizia e fratellanza.

Se esiste qualcosa come la completa felicità, è sapere di essere nel posto giusto.

Le atmosfere che sono magistralmente ricreate e ho avuto la sensazione di essere proprio lì, seduta ad un tavolo del Caffè ad ascoltare le storie di Idgie mangiando un piatto cucinato da Big George. Se non lo avete ancora letto vi consiglio di recuperare questo meraviglioso libro, un piccolo tesoro che vi catapulterà in un’altro mondo, fatto di buonissime ricette e avventure incredibili.

Alla fine del libro è anche svelata la ricetta dei famosi pomodori verdi fritti, penso che la farò al più presto. Se volete cimentarvi anche voi ricordate che “il segreto è nella salsa”.


Conoscete Fannie Flagg? Se doveste consigliarmi uno dei suoi romanzi, quale sarebbe?

Alla prossima storia!

L.

 

 

 

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