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“Le due morti del signor Mihara” di Tommaso Scotti

Buongiorno a tutti lettori, come state? Siamo giunti a metà settimana e oggi frequenterò l’ultima giornata di lezioni del master in editoria che sto frequentando a Milano. Prestissimo comincerò lo stage tra emozione e agitazione.

Oggi si torna alla carica con una nuova recensione tutta da gustare, e che ci porterà nel lontano Giappone.

Pronti?

 

TITOLO: Le due morti del signor Mihara

AUTORE: Tommaso Scotti

EDITORE: Longanesi

GENERE: Narrativa italiana, giallo hard-boiled, poliziesco

AUTOCONCLUSIVO:

DATA D’USCITA: 14 aprile 2022

PAGINE: 350

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TRAMA: Un Giappone sconosciuto e oscuro, corroso da antichissime e spietate tradizioni. Questo il teatro in cui l’ispettore nippoamericano Nishida si trova ad affrontare un caso impossibile da risolvere.
Takaji Mihara, un uomo d’affari ormai in pensione, è stato ucciso nella sua casa, trafitto da un colpo di spada. La polizia è convinta di aver trovato il responsabile del delitto, un sospettato che avrebbe avuto sia il movente che l’opportunità. Ma il presunto colpevole ha problemi psichiatrici, forse è persino tossicodipendente e ripete di aver trovato la vittima già morta. Il suo sembra un delirio, ma anche per Nishida qualcosa non torna nella ricostruzione dei fatti. Persino le analisi del medico legale riportano alcune stranezze che sembrano contraddire il profilo della vittima.
Cos’è successo? Chi era davvero Takaji Mihara?
Nishida capisce presto che, per fare luce su questi interrogativi, dovrà addentrarsi nella pericolosa zona grigia degli «evaporati»: migliaia di uomini e donne che per svariati motivi decidono di scomparire e ricominciare da un’altra parte, con un altro nome, con un’altra vita. Un business gestito da società clandestine si occupa proprio di questo: far evaporare le persone. Sarà seguendo la loro scia fumosa che Nishida cercherà di risolvere il mistero, svelandoci un volto del Giappone inedito, spiazzante e inquietante, ma anche incredibilmente poetico.

RECENSIONE: Dopo aver brillantemente risolto il caso de L’ombrello dell’imperatore, l’ispettore Takeshi James Nishida, della squadra Omicidi della Polizia di Tokyo, avrebbe bisogno di una vacanza; ma, si sa, il crimine non si ferma e così comincia una nuova avventura, con un nuovo omicidio da risolvere.
Già al primo impatto Nishida sa che questo non sarà un caso semplice: la vittima è Takaji Mihara, un ricco imprenditore, che viene ritrovato nel suo lussuoso appartamento numero 4219. L’arma del delitto è un tantō (短刀), la tradizionale spada corta usata un tempo dai samurai. Gli indizi conducono verso un apparente colpevole ma l’ispettore non è convinto di questa prima soluzione.
I misteri che circondano il caso non sono pochi, a partire dalla domanda più importante: chi era davvero Takaji Mihara?

Mi sono imbattuta in Le due morti del Signor Mihara per una serie di fortunati eventi. Non conoscevo l’autore, ma subito mi sono immersa nel Giappone inedito, oscuro e inquietate, descritto da Tommaso Scotti.
Le mie conoscenze della cultura nipponica erano molto scarse prima di iniziare questa affascinante lettura, e adesso posso dire di conoscere mode, usi e regole che non pesavo esistessero ancora nel XXI secolo.
Scotti, con una narrazione pulita e avvincente, presenta con sguardo obiettivo il pensiero della società giapponese, dove storia e attualità si intrecciano, il benessere della collettività prevale sui desideri del singolo e l’ordine regna sovrano. Aspetti, questi, che mi hanno portata a riflettere molto sulla società nella quale viviamo: molto diversa da quella giapponese perché più permissiva; inoltre, in Italia le tradizioni hanno un peso diverso a seconda che ci si trovi in una grande città o in un piccolo paesino, e soprattutto dove spesso il benessere del singolo ha la meglio sulla collettività.

Il modo in cui l’autore ha descritto il Giappone deriva sicuramente dalla sua conoscenza personale: infatti, è dal 2010 che Scotti si è trasferito in Oriente e attualmente vive a Tokyo. Le descrizioni accurate dei luoghi – dalle grandi vie della città ai quartieri malfamati, dai ristoranti agli appartamenti – permette al lettore di immaginare accuratamente tali scenari e quasi sentire i suoni e gli odori del Giappone.

Il punto di congiunzione tra la cultura orientale e quella occidentale è rappresentato dal protagonista, l’ispettore Nishida. Un personaggio particolare e sapientemente costruito: un mezzosangue, metà americano e metà giapponese, che nonostante l’aspetto fisico imponente e il carattere non proprio tranquillo, non sente di appartenere veramente a nessuno dei due mondi.
Nell’ambiente nipponico viene subito riconosciuto a causa del suo metro e novanta di altezza, i tratti meticci e le iridi di due colori diversi: una marrone e l’altra azzurra. Eppure, è proprio grazie alla sua duplice natura che Nishida è l’uomo perfetto per il ruolo di ispettore: è in grado di andare oltre la freddezza delle convenzioni nipponiche grazie al suo carattere ribelle tipicamente americano.
La sua vita non si può definire “semplice” a causa dei suoi rapporti – pessimi – con la ex moglie, la quale non gli permette di vedere la loro bellissima bambina, Mia. Le scene con protagonisti Nishida e sua figlia sono state le mie preferite da leggere.

Essere un poliziotto, per Nishida, non è un mero lavoro ma una missione da assolvere con dedizione e impegno. È anche vero che quello del poliziotto non è un lavoro come tutti gli altri, e spesso Nishida si ritrova a combattere con i sensi di colpa derivanti dalle indagini.
Il caso che si ritroverà ad affrontare l’ispettore Non si presenta semplice: si ritroverà a combattere contro il tempo, discernere verità e menzogna, superare ostacoli fino ad arrivare alla soluzione finale, per nulla scontata.

La tematica che più di tutte mi ha affascinata durante la lettura di Le due morti del signor Mihara è rappresentata dal fenomeno dell’evaporazione, jōhatsu (蒸発): uomini e donne che, per problematiche finanziarie o familiari, scompaiono nel nulla per poi riapparire, anni dopo, in un luogo e con un nome completamente diversi.
Vengono trattati, in modo marginale, anche altri temi importanti e fenomeni di costume, come la pratica di molte ragazze giovani di prostituirsi per potersi comprare capi firmati, le terribili pratiche di eutanasia animale attraverso le “dream boxes” e, infine, l’ostilità nipponica verso le culture esterne alla propria e ai “mezzosangue”.

In un alternarsi ritmico di scene d’azione, indagini e rivelazioni, l’ispettore Nishida si addentrerà nell’animo umano e nelle verità della vita. Una storia avvincente, un caso complesso, un ispettore insolito: un mix perfetto di ingredienti che, unito alla location unica del Giappone, vi conquisterà e vi farà riflettere sulla vita e sulla morte.

 

APPASSIONANTE E COINVOLGENTE

                   

 

Letizia.

 

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